con sorrisi di pioggia battente sulle teste da tagliare
[ perché ogni amore è un criterio di verità ogni abbraccio è una porta che si spalanca sulla comunità ingovernabile e a volte bisogna essere davvero intolleranti
non per difendere la propria verità ma per far sì che gli altri se ne inventino una ]
Carmine Mangone, Mai troppo tardi per le fragole, L’Orecchio di Van Gogh, Falconara Marittima (AN), 2009, p. 9.
L’infinito mi hai fatto toccare diventando nuvola e sole e cielo e cascata d’acqua limpida. La giornata affrontavo sorridendo e dai miei occhi mai scendeva una lacrima. Ora… sono quella piantina che con la forza della vita cresce vittoriosa in mezzo al cemento, mostrando a tutti la sua tenacia
Perché mi devo alzare anche oggi? Per vivere una vita-non vita? Per rivedere i muri di casa, il solito ambiente da pulire, per poi sporcarlo e ripulire? Leggere per un po’ sul divano ma con la mente che tende ad andarsene via pensando al consueto bollettino di guerra. E poi al pomeriggio uscire per una boccata d’aria, un quarto d’ora solo prima di ritornare alle mura domestiche. Eppure in tutto questo c’è l’affetto dei tuoi cari e l’obbligo di ricambiarlo perché altrimenti ti sentiresti un’ingrata. C’è il dovere di vivere mentre tanti troppi sono morti anche per te mentre tu sei viva. Siamo tutti nella stessa barca ed il giorno finirà come è cominciato ossia con la convinzione che non dobbiamo affondare ma seguire la rotta, anche se con un enorme sforzo. Ma lassù c’è chi ci aiuta e non affonderemo. Ne usciremo più buoni e rinnovati dentro di noi, con un cuore , amando le cose semplici senza volere la luna.
Da 160 anni si continua a parlare dell’unità d’Italia come il risultato della spedizione dei Mille condotta da Garibaldi nel Regno delle Due Sicilie. Ma fu proprio così? Quanta parte ebbero Cavour, Vittorio Emanuele II e Napoleone III nella riuscita dell’impresa? Quanta verità c’è nel cosiddetto Risorgimento italiano?
Garibaldi, un eroe interamente costruito dalla stampa, è passato alla storia come l’uomo dei miracoli, come l’eroe invitto, un dio venuto sulla terra a liberare il popolo oppresso dalla tirannia del Borbone. Ma è la verità? Ferdinando II fu davvero un tiranno o lo era soltanto per coloro che miravano a distruggere la monarchia assoluta per impossessarsi dello Stato?
Pur di distruggere il Borbone, i rivoluzionari si diedero al Piemonte, al Re galantuomo che del galantuomo aveva solo il nome. In generale, se si esclude un gruppo di persone istruite, perlopiù avvocati che pretendevano di rappresentare il popolo ma che usavano come sgabello per raggiungere i propri obiettivi, il popolo napolitano era contento del suo re.
Ma si dirà: E la Costituzione? A quel tempo la Costituzione era reclamata non dal popolo comune che si sentiva protetto dal suo Re, ma da chi voleva farsene scudo per poter agire liberamente e distruggere la monarchia assoluta, la tradizione e la Chiesa cattolica: politici e neo borghesi desiderosi di non essere ostacolati nell’attività politica ed economica progettata.
La spedizione dei Mille non ha mai convinto nessuno né tanto meno l’autore di questo libro che ha inteso rispondere a due interrogativi: come Garibaldi riuscì a sbarcare a Marsala, a conquistare Palermo e la Sicilia? Vittorio Emanuele portò al popolo napolitano e siciliano la ricchezza e la libertà che i Borbone, secondo i liberali, non avevano saputo dargli?
Seguendo un ordine cronologico, il lettore è indotto a seguire l’impresa dell’eroe dalla partenza da Quarto a Marsala, da Marsala alla conquista di Palermo, dalla battaglia di Milazzo allo sbarco in Calabria, dalla presa di Reggio all’arrivo a Napoli il 7 settembre 1860 e a scoprire, attraverso la testimonianza di coloro che furono attori e spettatori della rivoluzione, alcune verità nascoste che dissolvono in parte quell’aureola divina e di invincibilità acquistata da Garibaldi, un uomo che se pur coraggioso e audace si dimostrò di fatto un incapace in campo militare e amministrativo.
Dopo aver conosciuto e giudicato le cause che portarono nel 1860 alla distruzione dell’antico Regno delle Due Sicilie (fondato nel 1130) e lo sprofondarono in una guerra civile decennale, detta brigantaggio, il lettore cambierà idea sul romantico Risorgimento italiano.
Non vieni più a trovarmi, o mia poesia, eri sempre con me, mai mi lasciavi. Cosa è successo? Ti sei anche tu chiusa in casa ed hai il divieto di uscire? Ma la tua casa sono io, non lo sai? Io ti custodisco in me come una calla il suo pistillo, come il grembo materno il suo tesoro. E tu aspetti il tuo momento, quando la vita avrà vinto la morte, la luce l’ombra. Allora uscirai dal tunnel. E, qual pietra preziosa dall’ostrica, ti offrirai al mondo come dono.
È inverno e fa freddo
È normale che tu
Non sia più in forma
Come prima.
Adesso stai tranquilla
Ti stendo in una culla
Su un letto di petali di rosa
Chiudi gli occhi e non pensare
Ascolta solo il tuo grande cuore.
Tra poco ti sveglierai
Come il seme sotto la coltre
Di neve e mi racconterai
Tutto quello che hai sognato.
A me il compito di tradurlo
In Poesia.
Se ne sta ben coperto
il sole fino a tarda ora.
Non vuole mostrare
il suo triste volto,
una maschera di tristezza
velata di malinconia.
È inverno e soffre
nascosto sotto il piumone
di spessa nebbia.
Ma tutti lo invocano
e lui per amore
in tarda mattinata
sorriderà.
Perché tutto si fa
per amore.
Cercavo te nelle stelle quando le interrogavo bambino. Ho chiesto te alle montagne ma non mi diedero che poche volte solitudine e breve pace. Perché mancavi, nelle lunghissime sere meditai la bestemmia insensata che il mondo era uno sbaglio di Dio, io uno sbaglio del mondo. E quando, davanti alla morte, ho gridato il NO da ogni fibra, che non avevo ancora finito, che troppo ancora dovevo fare, era perché mi stavi davanti, tu con me accanto, come oggi avviene, un uomo e una donna sotto il sole. Sono tornato perché c’ eri Tu.
11 Febbraio, 1946
Primo Levi – da: “Ad ora incerta” (27/01/20 giornata della memoria)
Oggi è morta la mamma di Don Peppino Diana. Don Peppino ucciso dai killer il 19 marzo prima di celebrare messa nella sua chiesa. Don Peppino che ha scelto di non essere come quelle persone che si girano dall’altra parte e che sanno che c’è sempre una possibilità di scelta per essere diversi, per essere dei veri cristiani.
Dedichiamo questo video a Beatrice, Chiara e Vincenzo