Aforisma sulla felicità

Il segreto di una vita felice è imparare a donare!
Anthony Robbins

Pablo Neruda – Ode al giorno felice

Questa volta lasciami
essere felice,
non è successo nulla a nessuno
non sono in nessun luogo,
semplicemente
sono felice
nei quattro angoli
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.
Che posso farci, sono
felice,
sono più innumerabile
dell’erba
nelle praterie,
sento la pelle come un albero rugoso,
di sotto l’acqua,
sopra gli uccelli,
il mare come un anello
intorno a me,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

I governi che pensano alla felicità dei governati

Con l’annuncio della creazione di un ministero della Solitudine, il Regno Unito ha guadagnato spazio sui media internazionali ma Theresa May non è l’unico politico ad essersi preoccupato del benessere dei propri cittadini attraverso un dicastero dall’appellativo bizzarro.

A precederla è stato ad esempio il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che nel 2013 ha istituito il ministero della Felicità sociale suprema, incaricato di seguire programmi specifici contro la povertà

Il resto qui…

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/562979/Paese-che-vai-ministri-che-trovi-dalla-buona-vita-alla-felicita?UA-11580724-2

La vera felicità si trova viaggiando

Guarda questo video e lascia la tua impressione su questo bellissimo nuovo modo di concepire il mondo e sulle motivazioni profonde che hanno spinto questi ragazzi a creare un’azienda così innovativa, che tiene conto anche delle aspirazioni verso la felicità di ogni essere umano.

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Eccellenze.org/kaizen

Higge: la via danese alla felicità

Hygge è una parola danese e norvegese che esprime un concetto simile a quella della parola tedesca Gemütlichkeit. Hygge è un sostantivo usato per definire un sentimento, un’atmosfera sociale, un’azione correlata al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità. Secondo un sondaggio dell’Unione Europea, i cittadini danesi sono i più felici del mondo, visto che passano più tempo con la famiglia e con gli amici e si sentono più rilassati degli altri.

Luce

Uno degli elementi essenziali per realizzare l’atmosfera hygge è la luce (illuminazione artificiale, visto che da ottobre a marzo i danesi non hanno accesso alla luce naturale). L’85% dei danesi afferma che per creare un’atmosfera hygge bisogna usare le candele; il 28 % dei danesi le accende ogni giorno, il 23% 4-6 volte alla settimana, il 23% 1-3 volte alla settimana, mentre solo il 4% non accende mai candele. Inoltre, il 31% dei danesi accende più di cinque candele in contemporanea. Per quanto riguarda la luce artificiale, molto importante è la collocazione della lampada, ma anche la potenza della lampadina che dovrebbe essere debole per dare una luce fioca.

Stare insieme

Passare il tempo con gli amici e con la famiglia in un’atmosfera simpatica e rilassante, in cui tutti sono uguali e nessuno ha bisogno di essere al centro dell’attenzione, descrive un altro punto fondamentale di una situazione di hygge, lo stare insieme. Circa il 60% degli europei si incontra con gli amici o con la famiglia almeno una volta alla settimana, ma, seguendo le regole di hygge, in Danimarca lo fa il 78% della popolazione. Ci sono anche degli svantaggi nell’atteggiamento hygge che limitano la possibilità di presentare e introdurre nuove persone in un gruppo di amici. È difficile stringere amicizia perché non è abbastanza hyggeligt portare con sé a una festa troppe persone sconosciute.

Cibo e bevande

Lo stare insieme si associa al mangiare e al bere e alla convivialità. Secondo le regole di hygge, non si deve rinunciare alle cose buone da mangiare, anche se sono poco sane. Allora, tra i prodotti più consumati ci sono: carne, caffè, dolci, cioccolato. Molto hygge è anche il cucinare insieme tra amici e l’odore della torta fatta in casa. Tra le bevande adatte a tale atmosfera ci sono il tè, la cioccolata, o il vin brulé (Gløgg), ma quella considerata più hygge è il caffè.

#felicità Il valore dell’empatia

“Nulla è più importante dell’empatia per un altro essere umano che sta soffrendo. Nulla. Non una carriera, non il benessere, non l’intelligenza, certamente non lo stato sociale. Dobbiamo sentire, provare sentimenti, emozioni per chiunque altro, se vorremo continuare a vivere con dignità.” (Audrey Hepburn)

Amati Penny

Celebra la vita, e quello che c’è.

Quello che sei. I desideri, le passioni, che sono amore senza illusione.

Celebra il giorno in cui ti ritrovi, il corpo che ti tiene.

Le pause che hai, i libri che leggi, le serate piene di sospiri. É molto. Non dimenticarlo.

Amati come solo tu sai fare. Godi di te stessa senza reticenza.

Celebra le relazioni che abiti, la libertà che porti.

Le stanze dei segreti, i giorni lunghi, i viaggi che intraprendi.

Gli orizzonti che ti sostengono, le speranze che vivi.

Celebra la solitudine, portatrice di sogni.

Perché sai, quando veniamo al mondo non abbiamo nulla. E nulla ci portiamo via quando lo lasciamo. Se non un gran disordine, e il nostro passaggio qui. Con o senza amore.

E non c’è niente oltre la vita che lo rappresenti quell’amore.

Solo la vita.

Da celebrare per sempre. La nostra unica certezza.

Sii felice.

 

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Italo Cillo: la ricerca della felicità

Italo Cillo è stato uno studioso della felicità. Molti lo conoscono ed hanno imparato a capire quanto serio sia stato il suo impegno. Si possono non condividere tutte le sue posizioni ma sicuramente ascoltarlo direttamente può aiutarci a porre le domande giuste.

Qui una sua interessante lezione.

Padova – Ottobre 2013, Italo Cillo parla di:

  • Il principale motivo di rimpianto degli esseri umani, alla fine dei loro giorni…
  • Introduzione al “Ritiro rigeneratore”, detto anche “il Reset”, un ritiro individuale di 36 ore che fa ripartire la tua vita con un nuovo senso di Libertà e Felicità.

  • L’idea – inconscia – più distruttiva in assoluto per la nostra felicità

  • Pensa: la tua vita sta migliorando o sta peggiorando?

  • Che immagine mentale hai della tua vecchiaia?

  • Una Visione di Gioia e Libertà – ne abbiamo assoluto bisogno!

  • Le “Sei Qualità Illuminate” – 6 qualità della realizzazione

  • Fiducia, Libertà, Virtù, Amore, Gratitudine, Saggezza

  • “Spiritual Hacking”: come la tecnologia può favorire la tua felicità e la tua crescita spirituale

  • Tanti spunti di riflessione per la tua Realizzazione in ambito personale, sociale e spirituale.

Per proseguire, scarica gratuitamente i 12 esercizi del “Ritiro rigeneratore”: http://italocillo.it/reset/

Italo Cillo è ricercatore e insegnante spirituale, padre di famiglia, autore, imprenditore creativo, blogger e libero pensatore.

 

Discorso di José Mujica sul senso della vita

​Di seguito riportiamo il discorso del presidente dell’Uruguay, José Mujica, al summit Rio+20 che si è tenuto nei giorni 20-22 giugno 2012 a Rio de Janeiro.
“Autoritá presenti di tutte le latitudini e organismi, grazie mille. Grazie al popolo del Brasile e alla sua Presidentessa, Dilma Rousseff. Mille grazie alla buona fede che, sicuramente, hanno avuto tutti gli oratori che mi hanno preceduto.
Esprimiamo la profonda volontá come governanti di sostenere tutti gli accordi che, questa, nostra povera umanitá, possa sottoscrivere. Comunque, permettetteci di fare alcune domande a voce alta. Tutto il pomeriggio si é parlato dello sviluppo sostenibile. Di tirare fuori le immense masse dalle povertá. 
Che cosa svolazza nella nostra testa? Il modello di sviluppo e di consumo, che è quello attuale delle società ricche? Mi faccio questa domanda: che cosa succederebbe al pianeta se gli indù in proporzione avessero la stessa quantità di auto per famiglia che hanno i tedeschi?
Quanto ossigeno resterebbe per poter respirare? Più chiaramente: possiede il Mondo oggi gli elementi materiali per rendere possibile che 7 o 8 miliardi di persone possano sostenere lo stesso grado di consumo e sperpero che hanno le più opulente società occidentali? Sarà possibile tutto ciò? O dovremmo sostenere un giorno, un altro tipo di discussione?
Perché abbiamo creato questa civilizzazione nella quale stiamo: figlia del mercato, figlia della competizione e che ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Ma l’economia di mercato ha creato società di mercato. E ci ha rifilato questa globalizzazione, che significa guardare in tutto il pianeta. Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione ci governa?

É possibile parlare di solidarietà e dello stare tutti insieme in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a dove arriva la nostra fraternità?
Non dico queste cose per negare l’importanza di quest’evento. Ma al contrario: la sfida che abbiamo davanti é di dimensioni colossali e la grande crisi non é ecologica, é politica! L’uomo non governa oggi le forze che ha sprigionato, ma queste forze governano l’uomo… e la vita! Perché non veniamo alla luce per svilupparci solamente, cosí, in generale. Veniamo alla luce per essere felici. Perché la vita é corta e se ne va via rapidamente. E nessun bene vale come la vita, questo é elementare. Ma se la vita mi scappa via, lavorando e lavorando per consumare un plus e la società di consumo é il motore, perché, in definitiva, se si paralizza il consumo, si ferma l’economia, e se si ferma l’economia, appare il fantasma del ristagno per ognuno di noi. Ma questo iper consumo é lo stesso che sta aggredendo il pianeta.
Però loro devono generare questo iper consumo, producono le cose che durano poco, perché devono vendere tanto. Una lampadina elettrica, quindi, non può durare più di 1000 ore accesa. Però esistono lampadine che possono durare 100mila ore accese! Ma questo non si può fare perché il problema é il mercato, perché dobbiamo lavorare e dobbiamo sostenere una civilizzazione dell’usa e getta, e così rimaniamo in un circolo vizioso.
Questi sono problemi di carattere politico che ci stanno indicando che é ora di cominciare a lottare per un’altra cultura. Non si tratta di immaginarci il ritorno all’epoca dell’uomo delle caverne, né di erigere un monumento all’arretratezza. Però non possiamo continuare, indefinitamente, governati dal mercato, dobbiamo cominciare a governare il mercato. Per questo dico, nella mia umile maniera di pensare, che il problema che abbiamo davanti é di carattere politico. I vecchi pensatori – Epicuro, Seneca o finanche gli Aymara – dicevano: “povero non é colui che tiene poco, ma colui che necessita tanto e desidera ancora di piú e piú”.
Questa é una chiave di carattere culturale. Quindi, saluterò volentieri lo sforzo e gli accordi che si fanno. E li sosterrò, come governante. So che alcune cose che sto dicendo, stridono.

Ma dobbiamo capire che la crisi dell’acqua e dell’aggressione all’ambiente non é la causa. La causa é il modello di civilizzazione che abbiamo montato. E quello che dobbiamo cambiare é la nostra forma di vivere!
Appartengo a un piccolo paese molto dotato di risorse naturali per vivere. Nel mio paese ci sono poco più di 3 milioni di abitanti. Ma ci sono anche 13 milioni di vacche, delle migliori al mondo. E circa 8 o 10 milioni di meravigliose pecore. Il mio paese é un esportatore di cibo, di latticini, di carne. É una semipianura e quasi il 90% del suo territorio é sfruttabile.
I miei compagni lavoratori, lottarono tanto per le 8 ore di lavoro. E ora stanno ottenendo le 6 ore. Ma quello che lavora 6 ore, poi si cerca due lavori; pertanto, lavora più di prima. Perché? Perché deve pagare una quantità di rate: la moto, l’auto, e paga una quota e un’altra e un’altra e quando si vuole ricordare … é un vecchio reumático – come me – al quale già gli passò la vita davanti!
E allora uno si fa questa domanda: questo é il destino della vita umana?

Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Deve essere a favore della felicità umana; dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane, dell’attenzione ai figli, dell’avere amici, dell’avere il giusto, l’elementare. Precisamente. Perché é questo il tesoro più importante che abbiamo: la felicità!
Quando lottiamo per l’ambiente, dobbiamo ricordare che il primo elemento si chiama felicità umana!”
Link del video dell’intervento del presidente uruguaiano José Mujica:

Senso della vita

La geografia dell’anima di Josephine Hart

“C’è un paesaggio interiore, una geografia dell’anima; ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita. Chi è tanto fortunato da incontrarlo, scivola come l’acqua sopra un sasso, fino ai suoi fluidi contorni, ed è a casa. Alcuni lo trovano nel luogo di nascita; altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare, e scoprirsi ristorati nel deserto. Ci sono quelli nati in campagne collinose che si sentono veramente a loro agio solo nell’intensa e indaffarata solitudine della città. Per qualcuno è la ricerca dell’impronta di un altro; un figlio o una madre, un nonno o un fratello, un innamorato, un marito, una moglie o un nemico. Possiamo vivere la nostra vita nella gioia o nell’infelicità, baciati dal successo o insoddisfatti, amati o no, senza mai sentirci raggelare dalla sorpresa di un riconoscimento, senza patire mai lo strazio del ferro ritorto che si sfila dalla nostra anima, e trovare finalmente il nostro posto.”

Josephine Hart.

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