VIVERE LA VITA ALESSANDRO MANNARINO VOCE: RUBEN APREA Vivere la vita è una cosa veramente grossa C’è tutto il mondo tra la culla e la fossa Sei partito da un piccolo porto Dove la sete era tanta e il fiasco era corto E adesso vivi…. Perché non avrei niente di meglio da fare finchè non sarai morto La vita è la più grande ubriacatura Mentre stai bevendo intorno a te tutto gira E incontri un sacco di gente Ma quando passerà non ti ricorderai più niente Ma non avere paura, qualcun’ altro si ricorderà di te Ma la questione è…Perché???
Perché ha qualcosa che gli hai regalato Oppure avevi un debito…e non l’hai pagato??? Non c’è cosa peggiore del talento sprecato Non c’è cosa più triste di una padre che non ha amato… Vivere la vita è come fare un grosso girotondo C’è il momento di stare sù e quello di cadere giù nel fondo E allora avrai paura Perché a quella notte non eri pronto Al mattino ti rialzerai sulle tue gambe E sarai l’uomo più forte del mondo Lei si truccava forte per nascondere un dolore Lui si infilava le dita in gola….per vedere se veramente aveva un cuore Poi quello che non aveva fatto la società l’ha fatto l’amore… Guardali adesso come camminano leggeri senza un cognome…. Puoi cambiare camicia se ne hai voglia E se hai fiducia puoi cambiare scarpe… Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada E cambiando strada puoi cambiare idee E con le idee puoi cambiare il mondo… Ma il mondo non cambia spesso Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare tè stesso Eccoti sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione Eccoti lungo la statale…che dai un bel pugno a uno sfruttatore Eccoti nel tuo monolocale… che scrivi una canzone Eccoti in guerra nel deserto che stai per disertare E ora…eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare… E ti lamenti dei Governi e della crisi generale… Posso dirti una cosa da bambino??? Esci di casa! Sorrdi!! Respira forte!!! Sei vivo!!!…cretino….
Luce in fondo al tunnel, boccata d’aria
limpida, parole musica
casa dolce casa, un pò città un pò isola
un pò New York, un pò Polinesia
Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori
Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand’è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai
Sei fantastica, forte come il rock’n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco
Storia a lieto fine, ai confini della realtà
favola, bacchetta magica
ragione passione, giovinezza e maturità
armonia tra corpo e anima
Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori
Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand’è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai
Sei fantastica, forte come il rock’n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco
Fanno male, fanno male le parole,
certe volte vanno oltre ogni volere.
Tiran fuori dei dolori primordiali,
fanno male, fanno male le parole.
Tutta rabbia che non sai gestire dentro.
Tutte cose che non si risolveranno.
Fanno male, fanno male le parole,
specialmente se son dette da chi ami.
Non devi perdermi, non voglio perderti,
Non voglio perderti, non devi perdermi mai.
La forza che ergerò, nella vita che vorrei
è per non perderti, non devi perdermi mai.
Fanno male, fanno male le parole
soprattutto quando sono troppo preda,
in quei giorni dove piangere è assoluto.
Tiri fuori da me il peggio e son dolori.
Il mio mondo crolla e non so cosa fare,
basterebbe una lettura più precisa.
Sono fatta a modo mio, lo riconosco.
Il tuo essere è, però, così speciale.
Non devi perdermi, Non voglio perderti,
non voglio perderti, non devi perdermi mai.
La forza che userò, nella vita che vorrei
è per non perderti, non devi perdermi mai.
Ogni tuo silenzio, ogni tuo silenzio.
Nutre le mie idee, nutre le mie idee.
Ogni tuo silenzio, ogni tuo silenzio.
vaga dentro me, punge dentro me, fa parlare me.
Non devi perdermi, Non voglio perderti,
non voglio perderti, non devi perdermi mai.
La forza che userò, nella vita che vorrei
è per non perderti, non devi perdermi mai.
Distesa lamina d´oro
e nell´adagiarsi dorato
due corpi come gomitoli d´oro;
un corpo glorioso che
ascolta e un corpo
glorioso che parla nel
prato in cui nulla parla;
un respiro che va al respiro e
un volto che trema d´esso, in un prato in cui nulla trema.
Ricordarsi del triste tempo in
cui entrambi avevano
Tempo e da esso vivevano
afflitti,
nell´ora del chiodo d´oro
in cui il Tempo restò alla
soglia
come i cani vagabondi…
tratto da: “Poeti ispano-americani del ‘900, vol 1
a cura di Francesco Montalto
Gabriela Mistral (pseudonimo di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga; Vicuña, 7 aprile 1889 – New York, 10 gennaio 1957) è stata una poetessa, educatrice e femminista cilena. Fu la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1945. I temi centrali delle sue opere sono l’amore, l’affetto per la madre, le proprie memorie dolorose, la tristezza e la guarigione.
Pubblichiamo una breve intervista fatta a Rosanna Marani, invitando tutti i nostri lettori ad iscriversi al suo blog l’orto di Rosanna
SDV: Chi è Rosanna Marani?
RM: Sono nata a Imola in ottobre, il 12 nel 1946. La Romagna, la mia terra mi ha insegnato la introspezione. Calarsi dentro come un secchio fa nel pozzo. Per portare acqua pulita al bicchiere. Chiedersi cosa sia la vita, è iniziare a calare quel secchio. Darle un senso è bere acqua pulita. E la carrucola è il pensiero che fatica a tirare in superficie il secchio.
SDV: Qual è oggi, secondo lei, il senso della vita.
RM: Cercare il proprio io, slegarlo dall’ego, trovare la propria verità e difenderla. E regalarla agli altri.
SDV: Quali sono le letture o esperienze che più hanno influenzato la sua visione del mondo
RM: Tutti i libri che narrano la persecuzione verso gli ebrei. Ho scoperto il male. Ho scoperto l’uomo. Ho deciso che l’avrei combattuto. L’ho fatto, a modo mio. Ribellandomi alle ingiustizie prima e dedicandomi alla poesia, oltre che alla battaglie di civiltà, ora.
SDV: Qual è la sua poesia del cuore
RM: E’ una poesia di Ungaretti…
Le tue mani si fanno come un soffio
D’inviolabili lontananze,
Inafferrabili come le idee,
E l’equivoco della luna
E il dondolio, dolcissimi,
Se vuoi posarmele sugli occhi,
Toccano l’anima.
Giuseppe Ungaretti
SDV: Quale libro secondo lei dovrebbe essere sicuramente letto da ogni persona della terra
RM: L’amore ai tempi del colera. El amor en los tiempos del cólera di Gabriel García Márquez
il tempo ci ha vestiti di paure
il vino ci ha svestiti di pudore
e noi come farfalle che si bagnano le ali
dopo un temporale in fondo ad un bicchiere
in fondo ad un bicchiere
ti dico che volare è possibile
tu mi rispondi l’altitudine è vertigine
se poi mi parli di un cielo che cade
ti farò trovare queste nuvole
sotto ai tuoi piedi
perchè lo sai che c’è
lo sai che c’è
che non ho la tristezza
che non ho la tristezza
lalalala spiegami l’amore l’amore che giro che fa
lalalalala mi farò trovare pronto se passerà
se passerà
non abbiamo messo a tempo il cuore
non abbiamo dato ai nostri sogni la stessa intonazi
one
è una canzone storta che non ha morale
e se il mondo cade
non mi farò male
non mi farò male
perchè lo sai che c’è
lo sai che c’è
che non ho la tristezza
che non ho la tristezza
lalalala spiegami l’amore l’amore che giro che fa
lalalalala mi farò trovare pronto se passerà
se passerà
mi farò trovare pronto se passerà
se passerà
spero di trovarci te se arriverà
lo sai che c’è
che non ho la tristezza
che non ho la tristezza
lalalala spiegami l’amore l’amore che giro che fa
lalalalala mi farò trovare pronto se passerà
se passerà
spero di trovarci te se arriverà
lo so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
Mi diceva Tu lo sai Vivere è come fiorire Nasci e cresci Nutrirsi è d’amore Poi si sboccia Si sparge l’essenza A chiudere le crepe del cuore A lenire le ferite dell’anima A rallegrare la mente A distogliere i pensieri A sollecitare il cammino Mi diceva Tu lo sai Poi il vento Ti porterà via Ma i segni Lasciati dalla tua essenza Saranno indelebili Chiusi un una bolla Di eterno Amore