Poesia per le mamme

Hanno gli occhi grandi
Le mamme del mondo
Devono contenere tante cose
I sorrisi per la famiglia
Le carezze per i nipotini
Gli abbracci per le amiche
E poi le parole per consolare
Tutti quelli che hanno bisogno.
Hanno gli occhi grandi
Le mamme
Per contenere un mare speciale
Quello fatto dalle loro dolci lacrime.

Sandra Greggio

Poesia per un figlio

Staccati da tutto ciò
Che è terra, figlio mio
Metti le ali e librati
Nell’aria, insieme agli uccelli
Godi del calore del sole
Del chiarore della luna
Del luccichio delle stelle.
Inebriati di libertà
Respirala a fondo
Perché per questo
Sei stato creato
Non per amare
Le cose terrene
Ma quelle nobili
Che sono il sale della vita.

Sandra Greggio

Amore e tempo

E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.

Pirandello

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amore mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morirei.

Pablo Neruda

Io desidero te, soltanto te

Io desidero te, soltanto te

il mio cuore lo ripeta senza fine.

Sono falsi e vuoti i desideri

che continuamente mi distolgono

da te.

Come la notte nell’oscurità

cela il desiderio della luce,

così nella profondità

dalla mia inconscienza risuona

questo grido:

”io desidero te, soltanto te”.

Come la tempesta cerca fine

nella pace, anche se lotta

contro la pace con tutta la sua

furia,

così la mia ribellione

lotta contro il tuo amore eppure

grida:”io desidero te, soltanto te”.

Auguri di Natale scomodi

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.

Io, invece, vi voglio infastidire.

Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!

Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.

Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.

Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.

Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi cortocircuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.

I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.

I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.

Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

Don Tonino Bello

Fabrizio Frizzi

In questo video Fabrizio Frizzi canta “Regina di cuori”

Donna meravigliosa sei donna pericolosa
Ti fondi e mi confondi
Mi cerchi e poi ti perdi via così
Io non so’ l’amore è guerra o pace
O collaborazione e grande partecipazione.
Regina di cuori tra mille colori
Sei tu la più bella e della notte la mia stella.
Regina di cuori ti vesto di fiori
Ti giuro l’amore ma non eterna fedeltà
M’ ami non m’ami ma m’ami
O forse si’ o no oh m’ami!
Succede succede un finimondo
Perché l’amore amaro
E’ un mare meraviglioso e mentale
E il cuore ha un agrodolce in gola
Mi lasci e poi ti lasci andare per poi ritornare.
Regina di cuori tra mille colori
Sei tu la più bella e della notte la mia stella.
Regina di fiori stratega d’amore
Ti muovi felina con la certezza del tuo sesso.
E m’ami non m’ami ma m’ami
Dici che m’ami non sai se mi ami
M’ami non m’ami ma m’ami
Dici che m’ ami non sai se mi ami uoh
Regina di cuori mi mandi di fuori così Ma rosa genera rosa e una spina genera spina
E vivo tra mille tentazioni
E pensieri peccaminosi (p pa p pa p pa)
Perché ogni storia
E’ una farfalla in fasce
Che si trasforma ci trasforma
Altrimenti non cresce
Che si trasforma ci trasforma.
Regina di cuori dai gioie e dolori
Li do pure io se non sto bene con me stesso
Veleno d’amore regina del mio cuore
La tua strategia é il solo ponte tra i due sessi.
E m’ ami non m’ami ma m’ami
Dici che m’ami non sai se mi ami
M’ ami non m’ami ma m’ami
Dici che m’ami non sai se mi ami uoh
Regina di cuori mi mandi di fuori così
M’ami non m’ami ma m’ami
Dici che m’ ami non sai se mi ami
Forse che si forse che no
Forse si può forse non si può
Mi mandi di fuori regina di cuori

Con il cuore – Massimo Di Cataldo

Davvero tu credi che
esista una spiegazione
per amare oppure no
ma se c’e ti giuro
io non lo so
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
senza parole, parlami con il cuore

Davvero è come se
tu fossi con me da sempre
tra la gente è dentro di me
nella mia mente
io sento che
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
lasciati amare, lo farò con il cuore sei nella mia anima, come il sole
sei nella mia vita ormai, con il cuore
al centro di ogni mia idea
noi da ieri eppure da sempre
siamo noi da soli
ma insieme perché Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
senza parole, parlami con il cuore
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
lasciati amare, lo farò con il cuore
sei nella mia anima, come il sole
sei nella mia vita ormai, con il cuore
al centro delle mie idee, con il cuore
solo per questo amo te.

Vivere la vita – testo

VIVERE LA VITA ALESSANDRO MANNARINO VOCE: RUBEN APREA Vivere la vita è una cosa veramente grossa C’è tutto il mondo tra la culla e la fossa Sei partito da un piccolo porto Dove la sete era tanta e il fiasco era corto E adesso vivi…. Perché non avrei niente di meglio da fare finchè non sarai morto La vita è la più grande ubriacatura Mentre stai bevendo intorno a te tutto gira E incontri un sacco di gente Ma quando passerà non ti ricorderai più niente Ma non avere paura, qualcun’ altro si ricorderà di te Ma la questione è…Perché???

 

 

Perché ha qualcosa che gli hai regalato Oppure avevi un debito…e non l’hai pagato??? Non c’è cosa peggiore del talento sprecato Non c’è cosa più triste di una padre che non ha amato… Vivere la vita è come fare un grosso girotondo C’è il momento di stare sù e quello di cadere giù nel fondo E allora avrai paura Perché a quella notte non eri pronto Al mattino ti rialzerai sulle tue gambe E sarai l’uomo più forte del mondo Lei si truccava forte per nascondere un dolore Lui si infilava le dita in gola….per vedere se veramente aveva un cuore Poi quello che non aveva fatto la società l’ha fatto l’amore… Guardali adesso come camminano leggeri senza un cognome…. Puoi cambiare camicia se ne hai voglia E se hai fiducia puoi cambiare scarpe… Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada E cambiando strada puoi cambiare idee E con le idee puoi cambiare il mondo… Ma il mondo non cambia spesso Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare tè stesso Eccoti sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione Eccoti lungo la statale…che dai un bel pugno a uno sfruttatore Eccoti nel tuo monolocale… che scrivi una canzone Eccoti in guerra nel deserto che stai per disertare E ora…eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare… E ti lamenti dei Governi e della crisi generale… Posso dirti una cosa da bambino??? Esci di casa! Sorrdi!! Respira forte!!! Sei vivo!!!…cretino….

La semplicità.

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.

E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.

Abbiamo timore di essere fraintesi,

di apparire fragili,

di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.

Non ci esponiamo mai.

Perché ci manca la forza di essere uomini,

quella che ci fa accettare i nostri limiti,

che ce li fa comprendere,

dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.

Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.

Mi piacciono i barboni.

Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,

sentire gli odori delle cose,

catturarne l’anima.

Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.

Perché lì c’è verità,

lì c’è dolcezza,

lì c’è sensibilità,

lì c’è ancora amore.

Alda Merini

Amati Penny

Celebra la vita, e quello che c’è.

Quello che sei. I desideri, le passioni, che sono amore senza illusione.

Celebra il giorno in cui ti ritrovi, il corpo che ti tiene.

Le pause che hai, i libri che leggi, le serate piene di sospiri. É molto. Non dimenticarlo.

Amati come solo tu sai fare. Godi di te stessa senza reticenza.

Celebra le relazioni che abiti, la libertà che porti.

Le stanze dei segreti, i giorni lunghi, i viaggi che intraprendi.

Gli orizzonti che ti sostengono, le speranze che vivi.

Celebra la solitudine, portatrice di sogni.

Perché sai, quando veniamo al mondo non abbiamo nulla. E nulla ci portiamo via quando lo lasciamo. Se non un gran disordine, e il nostro passaggio qui. Con o senza amore.

E non c’è niente oltre la vita che lo rappresenti quell’amore.

Solo la vita.

Da celebrare per sempre. La nostra unica certezza.

Sii felice.

 

Leggi ed iscriviti al blog di Penny

https://sosdonne.com

 

 

 

“Ho imparato”

Ho imparato che la calma è molto più destabilizzante della rabbia…che un sorriso disarma molto più di un volto corrugato,

ho imparato che il silenzio di fronte ad un’offesa è

un grido che fa tremare la terra. Ho imparato che come un amore rifiutato non si perde, ma torna intatto a colui che voleva donarlo, così accade per la rabbia, le offese.

Siamo noi a decidere se farci toccare o meno da un sentimento, di qualsiasi sentimento si tratti.

Non importa se stai procedendo molto lentamente…ciò che importa è che tu non ti sia fermato. (Confucio)